I giardini pensili di Babilonia (città che sorgeva a circa 80 km di distanza dall’attuale Baghdad in Iraq) sono testimonianza di un’usanza antica e al contempo attualissima, con la quale i costruttori di epoche diverse hanno trasformato le superfici orizzontali, sub-orizzontali e verticali degli edifici in spazi verdi talvolta fruibili alla pari di un vero e proprio giardino.
Sulla base delle caratteristiche strutturali della copertura dell’edificio o delle altre superfici disponibili si potrà ottenere una diversa profondità del substrato a disposizione delle radici delle piante. Tale profondità condizionerà sia la scelta delle specie vegetali sia l’uso che potrà essere fatto del giardino pensile. Spessori di pochi centimetri consentono l’insediarsi di specie estremamente frugali e rustiche con portamento erbaceo come per esempio Sedum sp. e Delospermum sp. In tal caso la superficie non sarà utilizzabile per scopi ricreativi (verde pensile estensivo).
Dove le condizioni architettoniche lo permettono sarà per contro possibile raggiungere spessori maggiori del substrato a disposizione permettendo la piantumazione di alberi e arbusti oltre all’installazione di elementi d’arredo per esterni. Il giardino sarà in questo caso completamente fruibile dai visitatori (verde pensile intensivo).
L’apporto tecnologico necessario per realizzare tali opere rimarrà nascosto al di sotto del materiale che consente l’insediarsi della vegetazione, consentendo il corretto drenaggio delle acque piovane e la protezione della guaina di impermeabilizzazione del tetto.